Gargoyle - Andrew Davidson

Ritenta, sarai più fortunata. Si, perché da qualche parte, qualcuno mi aveva fatto pensare che mi sarei trovata di fronte uno YA. Ma io proprio non riesco a ritrovarmici. Mettiamo i puntini sulle i. Uno Ya, in genere, vede protagonista un adolescente con i suoi dubbi, i suoi problemi etc etc.
Definireste un trentacinquenne tossicodipendente (fa largo uso di cocaina), attore, regista, produttore e scenggiatore di film porno...un adolescente? Io, no.
Potrei definire il romanzo del quale mi accingo a parlare come uno storico o un diario. Magari una cronaca. Già, di che? Finiremmo per sfociare in un discorso troppo complesso e troppo pregno di spoiler, e io voglio che leggiate il romanzo, non che vi roviniate la sorpresa, leggendo questa mio parere su di esso.

Cominciamo.

Narra la storia di un protagonista senza nome. Si, senza nome. L'idea in sé credo sia un escamotage per permettere al lettore di meglio vestire i panni del protagonista e meglio identificarsi con lui. Il protagonista funge anche da narratore omodiegetico. Tutta la narrazione passa attraverso i suoi occhi.
Ed ecco la domanda che vi starete facendo. Cosa può avere un qualsiasi lettore in comune con un pornodivo? Nulla. 
Ma il modo di vivere del protagonista prima che un incidente gli cambi la vita, potrebbe essere affine al nostro modo di vivere. Un uomo dedito alle droghe, all'alcool, senza la minima idea di cosa significhi avere degli amici (che lui confonde con colleghi), di cosa siano affetto, amore, passione.
Privo in buona sostanza di conoscenze importanti per un essere umano.

Il libro prende il qualche secondo prima dell'incidente automobilistico. Il protagonista, munito di bottiglia di bourbon incastrata tra le gambe, guida la sua auto ultimo modello e con in corpo una buona dose di polverina bianca. L'impatto, l'incidente, l'allucinazione, le fiamme che lo avvolgono sembrano essere metafore della "vita", - quella vera, che lui non conosce e non vive- che irrompono nel suo quotidiano per "svegliarlo".

Un uomo bello, vivo per miracolo, che si ritrova orrendamente sfigurato, ci descrive col senno di poi le cure in ospedale, i trattamenti, gli interventi chirurgici, i suoi pensieri, la penectomia (ebbene si, il colmo per un attore porno), che gli porta via la virilità, se vogliamo, ma non il cuore. In ospedale le infermiere e i medici prendono a cuore il suo caso e dal reparto grandi ustionati non sempre si esce vivi.

D'un tratto nelle dolorose e solitarie (l'avevo già detto che non ha amici, giusto? a-ha! vi siete distratti, l'ho detto!) giornate , irrompe Marianne, una donna "in trasferta" dal reparto psichiatrico dell'ospedale, che gli parla come se lo conoscesse e gli tiene compagnia raccontandogli diverse storie ambientate nel passato: in Islanda, in Italia, in Inghilterra saltando da un'epoca all'altra, per arrivare poi a raccontarli la "loro" storia, che prende il via in Germania nel lontano 1300. E' inevitabile che il protagonista pensi che Marianne e le sue storie siano solo frutto della sua malattia mentale, ma...

Il protagonista è rapito dai suoi racconti, dalla bellezza di Marianne e dalla sua ossessione "maniaco-depressiva" per il suo lavoro. Marianne infatti scolpisce nella pietra, "dà vita" a quelli che lui definisce "gargoyle". E lo fa con martello e scalpello, come in uso nel Medioevo. Marianne prende anche a leggere per il protagonista l'Inferno di Dante. I passaggi dell'opera si riveleranno fondamentali per lui.


E' un viaggio. Un viaggio compiuto prima attraverso "ricordi raccontati" e poi narrato attraverso i racconti stessi, che fungono da comparse nella realtà. Tratti di racconti, personaggi, abiti saltano fuori nella realtà, dal nulla, per inquietare e insinuare il dubbio nel protagonista, che possa esserci del vero...
Ognuno dei personaggi delle svariate storie (per lo più romantiche) che Marianne narrerà al protagonista, comparirà in un "possibile" viaggio che egli dovrà compiere e gli illustreranno "la via".
Storie, leggende, lingue straniere (islandese ad esempio e giapponese, troverete i caratteri giapponesi sulle pagine del libro, tranquilli! ci sarà anche la traduzione). Una storia incredibile e NON scontata.

Uno YA? Ma anche no.

Un fantasy in parte, narrativa e storia. Pochissimo rosa. Solo una marea di parole ben orchestrate.

Andrew Davidson, l'autore, ha compiuto diverse ricerche per poter dare vita a questa storia e impagabili sono i contrinuti degli esperti del settore storico, linguistico e bibliotecario, ringraziati a conclusione del romanzo.

To the hell and back. Dove l'inferno finisce con l'incidente e il rogo che brucia la bellezza dell'anonimo protagonista di questo bel romanzo.

Su Amazon lo trovate qui:

  • Gargoyle 2008, rilegato (come da foto), edito Mondadori, collana Oscar contemporanea, 478 pagine. 
  • Gargoyle 2009, brossura, Mondadori, 580 pagine.


VOTO: 8



Commenti

  1. una storia strana senza dubbio, non è il genere di lettura che cerco ultimamente (ho bisogno di letture da portare avanti col cervello sul comodino), ma potrei prenderlo in considerazione quando mi passerà la fase di rimbecillimento...

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  2. hahahaha, si, ti capisco, anche io al momento sto leggendo un libro "poco impegnativo" forse ne scriverò proprio qui nel blog, anche se molti mi hanno chiesto di proseguire con le mie "impressioni" sulla "furbizia" della protagonista della serie :D, grazie per il commento, sei sempre gentile :)

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